28.2.06

Lj friends

Dato che mi trovo stupendamente bene nel leggere la mia pagina dei lj friends, ho deciso di pagarmi due mesi di account e aggiungermi un po' di feeds di blog esterni a lj.
Ho creato così Awake, la pagina dove leggerò quotidianamente tutti i blog che mi interessano.

Dato che ho creato account per quasi tutti (visto che ho pagato, sfrutto... :P), da oggi anche voi avete un account syndication in lj che potete comunicare a chi legge abitualmente la friends page (questo significa che, anche se postate, per dire, su splinder, vi possono leggere anche da lj).

Se volete vedere quali account syndication ho creato (per vedere se c'è anche il vostro), andate sul mio profilo di lj: li trovate tutti sotto la voce "amici" contraddistinti da questo simbolino.

Enjoy!

EDIT - Dolcissimi utenti di splinder, mi attivate la syndication, please? Altrimenti come vi aggiungo?!
Basta che aprite la pagina principale del vostro blog su splinder, andate al menu "configura" quindi "syndication" e selezionate "sì" all'opzione "pubblica i feeds del blog".
La Pappu ringrazia!

26.2.06

Ultim'ora

Il nuovo CD di HYDE uscirà il 26 aprile e si intitolerà "Faith".
Faccio già il countdown. ;)
E dopo l'uscita dell'album sarebbe grandioso un bel tour... emh... europeo. Takarai-san, che ne dice?

24.2.06

30 (e completamente OT)

Sì. OT. Però, gente. Alcune cose VANNO condivise. Ecco.

PS - No. Sebbene io sia malata per il pattinaggio artistico da 30 anni, non ho tirato fuori IO i 370 euro che costava questo biglietto. La prima cosa che ho pensato, due anni fa quando hanno messo in vendita i biglietti per questo evento, e anche ieri quando mi hanno detto che questo particolare pezzetto di carta era proprio MIO, è stata quantificare una pigna di DVD dal valore di 370 euro. Quindi pazza sì, ma in modo diverso.
Comunque.
E' stato un regalo *sensazionale* e qualcosa di *completamente inaspettato*.

Quasi come un triplo axel seguito da un tripo toe loop e un doppio toe loop. A fine esibizione. Senza spazio. Dopo 8 minuti di esercizio.
Quasi come vedere John Zimmermann che faceva il filmino di famiglia a bordo pista.
Quasi come vedere John Zimmermann. Punto.
Quasi come vedere pattinare Weir e Zelenka. (Non scherzo).


Adesso vado in bagno a piangere.
Auguri!

22.2.06

The beauty and the geek

E' venuto il momento. Non potete più scappare.
Prendetevela con Urd e i suoi apprezzamenti a riguardo, prendetevela con i produttori di Stargate.
Ma è finalmente giunto per voi il momento di conoscere chi sia questo rastone di cui vado tanto parlando.

In una galassia lontana lontana, ma poi non così tanto lontana, visto che ci si arriva con tre mesi di comoda nave da crociera asgardiana, su una città-vacanze (molto più grande di un villaggio vacanze, ma con tutti i comfort) costruita da un popolo di pallosissimi ma superavanzati alieni, c'è un gruppo di geeks* che cerca, invano, di non combinare un numero fisicamente rilevante di danni permamenti alla parte dell'universo che lo sta ospitando. In realtà, ad oggi, tra le altre cose, hanno risvegliato dal loro letargo la razza più temibile di tutto il quadrante, hanno regalato bombe atomiche in cambio di caffé, si sono proclamati difensori di diritti e liberatori di popoli che non volevano affatto essere liberati e, nel tempo libero, hanno anche fatto esplodere un pianeta intero. In sostanza, sono una specie di Signora Fletcher intergalattica.

Trovato come un'orfanella tra i milioni di pianeti di questa galassia, il rastone si è presto unito all'allegra comitiva di geeks in viaggio aziendale, forse perché incuriosito da tanto sfoggio di inutile genio, forse perché non aveva nessun altro posto dove andare, visto che gli alieni temutissimi di cui sopra avevano fatto un timballo dei suoi parenti. Com'è o come non è, il rastone, il cui nome è Ronon, si è fermato alla città-vacanze in pianta stabile, controbilanciando con la propria personalità, quelle dei resident nerds.
Tanto quanto loro sono istericamente celebrali, la sua filosofia è estremamente semplice: tutto ciò che si muove è meglio farlo a pezzetti prima che lui faccia a pezzetti noi.

Per apprezzarne tutte le caratteristiche, una semplice immagine non basta. Per questo vorrei condividere con voi questo bellissimo video (se avete un 56k vi conviene rinunciare ché sono 20 mega di roba - codec WMV9).

Il motivo per il quale Ronon affascina tanto la Pappu, sarà forse chiaro ma è meglio ribardilo, non è esattamente solo per il fatto che il suo temperamento alla spacco tutto ciò che vedo la affascina parecchio, ma soprattutto perchè, letteralmente, è un *figo intergalattico*.

A dare il volto a cotanto personaggio c'è l'hawaiano Jason Momoa, quasi due metri di libidine e bontà, che fa apparire quello che fino ad ora era stato il figo della serie, come un omuncolo con dei buffi capelli. Jason, tra fisico, sorriso ed occhi, mi si piazza di prepotenza al secondo posto della mia personale classifica degli uomini più boni del pianeta (classifica che, per la cronaca, vede in prima posizione l'australiano Travis Fimmel). Bonus for artistic impression: quando sorride fa pure l'espressione da scoiattolo miope che mi piace tanto tanto.

Ma questo topic non si chiarebbe "The Beauty and the Geek" se non vi parlassi anche del geek del mio cuore. Trattasi di un omino minuto e gentile ma mooooooolto intelligente, che si diverte a contraddire un po' tutti (e in special modo un altro supergenio con un ego gigantesco) spezzando le sue frasi con qualche incomprensibile parola ceca.

Questo personaggio, da cui il mio pc prende il nome, si chiama Radek Zelenka (come il pattinatore italiano). Descrivervi quanto sia adorabile non è umanamente possibile. Quello che so è che dà profonda dipendenza, come si capisce chiaramente guardando il lj di Spubba, sua fan numero uno.

Anche di Radekkuccio mio vi presento un video BELLISSIMO, che dovete assolutamente vedere (come potete vivere altrimenti? :P).

La conclusione di tutto ciò è che Stargate Atlantis (affettuosamente 'Lantis) è una serie da vedere per due sostanziali e differenti motivi: il primo è la prestanza del rastone (e, perché no, anche il bel temperamento del suo personaggio) e la seconda è la praticamente inesauribile potenzialità geek di tutto il resto del gruppo, che intenerirebbe anche i cuori più duri...

YAY!!!

*Geek è un termine di origine anglosassone di etimo oscuro (forse storpiatura del termine inglese gecko - in italiano geco - come antonomasia per la particolare abilità dell'animale di incollarsi agli oggetti). Indica una persona solitaria che è affascinata dalla tecnologia, ma, più in generale, affascinata da uno specifico campo di studio: esistono infatti diversi tipi di geek. Il geek informatico è il più noto, ma per estensione ogni campo di studi e molte realtà culturali hanno i loro geek. Per esempio esistono geek in politica, geografia, scienze naturali, musica, storia, linguistica, sport, ma anche tra i giocatori di ogni genere, tra i radio-amatori, tra i fruitori di anime e manga, tra gli appassionati delle serie televisive e in molti altri ambiti ancora.

20.2.06

Cronaca di una morte annunciata

Pappu doveva andare a letto almeno tre ore fa. E tre ore fa erano le due e un quarto.
Ma Pappu non sa stare senza spulciare blog e notizie, giornali e forum, prima di andare a dormire. C'è chi legge gli harmony, chi naviga senza una meta guidato solo da ciò che sembra interessante.
E' la vita.
Pappu aveva anche preparato un post idiota da fare domani. Sì, domani, perchè stasera, appunto, doveva andare a letto. Almeno tre ore fa.
Poi gira. Inciampa. Rotola su link e rimandi.
E finisce... qui.
Primadipartire.

Un blog.
Un blog dove un giovane suicida scrive scrupolosamente della sua morte.
La progetta, se la assapora, ci scherza su.
Al momento, Pappu, lo trova geniale. Lì c'è arrivata seguendo le blogstar. I più letti, i più commentati, i più discussi diari on line della rete.
Pappu pensa "ecco, questo è un genio, altroché". Poi si blocca. Le viene un dubbio.
Perché lei arriva sempre tardi. Perché lei, in fondo, non è che poi sappia molto della blogosfera e delle sue leggi.
Ecco.
Così parte la ricerca su Google. Se qualcosa esiste, allora si trova su Google.
Iniziano ad uscirle le prime pagine. Ma no. Pappu è ancora convinta che sia tutta una gigantesca, perfettamente riuscita bufala telematica.
Trova qualche articolo locale. Anche un commento del punto informatico.
Ma no. Non può essere.
Poi arriva al Corriere della Sera. Pappu controlla 12 volte che la pagina sia proprio del Corriere e non qualche simil pagina come quelle finte di ebay dove loschi individui cercano di fregarti il numero della tua visa.
Controlla link, indirizzo. Tutto.

E' tutto vero.

Questo tizio ha programmato per mesi di suicidarsi. Come farlo. Ha risposto a commenti e fatto dell'ironia. Poi, il mattino stabilito, ha preso la macchina e si è andato a buttare giù da un ponte.

Ora.

Io non voglio entrare nel merito. Onestamente? Non mi frega.
Perché l'ha fatto sono cazzi suoi. Posso giudicarlo. E posso giudicarlo stupido. Ma che senso ha? Io non sono lui e lui, evidentemente, ha scelto così, non giudicandolo poi così stupido. Ok.
Al massimo, per me che ne scrivo ora, i problemi possono essere altri.
E i problemi si chiamano famiglia. Perché, porca troia, questo ce li avrà anche avuti dei parenti. Degli amici.
E leggere la Pappu di turno, che arriva qui e scrive il suo post... Beh...
"Ma chi cazzo sei tu? Ma lo conoscevi? Gli volevi bene, tu? Perché ne parli? Perché commenti?".
Ne ho il diritto? Non ne ho?
Non lo so. Ma ne scrivo lo stesso. Non me ne vogliano. Non troppo.
Veniamo al punto.

Quello che mi fa riflettere è l'evidente irrilevanza che attribuisco alla veridicità dei fatti che leggo nei giornali on line. E non ci avevo pensato mai.

A meno che io non stia leggendo un blog di qualcuno che conosco personalmente (ovvero qualcuno del quale mi può fregare se ha l'influenza spagnola o gli è finito il cellulare nel cesso), non mi interessa che quello che leggo sia vero o no. Lo leggo. Può essere scritto bene o male, può farmi riflettere o no, mi può interessare, migliorare. O no.
Poi, onestamente, chissenefrega che sia VERO.
Beh... quel blog lì sta quasi a dirti "ecco, stronzo. Pensavi che fosse una trovata geniale, eh? E invece adesso vatti a nascondere nei tuoi rimorsi, perché io mi sono ammazzato veramente".
Forse lui ride. Forse ci aveva pensato. Forse voleva questo.
Una notizia vera.
Una vita vera, dentro un blog.
Una morte vera.

Mi devo sentire in colpa? Devo urlare che internet fa schifo? Che il mondo fa schifo? Che IO faccio schifo perché, in realtà, non è che mi abbia poi tanto sconvolto il fatto che lui sia morto veramente quanto il realizzare che i blog che leggo sono ANCHE veri?

Beh, per me, non rientrava nella loro funzione.

E voi dite. Cogliona, anche il tuo. Anche il tuo è vero.
E... ma il mio lo so. E comunque, anche nel mio caso, il mio personalissimo caso, il suo scopo non è, né è mai stato, quello di essere vero o no. Ma quello di raccontare.
Quanti diari on line apro quodinianamente e richiudo dopo le 5 righe di il mondo mi odia e voglio morire? C'è una persona dietro. Soffre, non soffre. Perché dovrei occuparmi del suo dolore se non la conosco? Il fatto che, invece, in questo caso io SAPPIA che è TUTTO VERO, può fare tanta differenza?

Sinceramente, non lo so.

17.2.06

T&S Lab

Il T&S Lab del Politecnico di Milano è un immenso stanzone pieno di tanti buffi ed ingombranti macchinari che se ne stanno lì felici dagli anni '60 e che nessuno (e intendo dire proprio nessuno) sa a cosa servano.
Tra quelli di cui invece, più o meno, se ne conosce, se non la vera funzione, almeno il funzionamento, ci sono un lungo tubone trasparente sul quale un'individuo alto un kilometro gira con enfasi delle piccole rotelline nere e Steve che, lo svelerò ai più, è il nome dato ad un vecchio ma glorioso impianto frigorifero, con il quale la Pappu, ogni giorno, gioca. Con Steve chiacchiera il Mostro, ovvero un computer HP del 1982, con schermo nero e caratteri verdi, che non conosce nemmeno il dos.

Gli unici due abitanti del magnifico T&S Lab, attualmente, sono la Pappu (appunto) e il suddetto individuo alto un kilometro (sopra raffigurati nella loro vera essenza southparkiana). La correttezza ci impone di dire che, nell'immenso stanzone, ma circondato da un recinto di pareti bianche, ci sta anche un altro personaggio. Lui, però, non può essere considerato a tutti gli effetti del T&S perchè ha un pc potentissimo, uno schermo ultrafigo e un sacco di robine all'avanguardia che noi del T&S ci sognamo (e gli invidiamo tanto tanto).

La vita scorre felice al T&S Lab, anche se tutto è vecchio o rotto.
O entrambe le cose, insieme.

16.2.06

Promessa

"Se lo fate voi per farmi vedere quanto siete fighi, fate un fischio. Io vi dirò per sempre che siete fighi, voi sarete contenti e io non mi sarò sbattuta affatto".

Contento non lo so, visto che, diciamocela tutta, ti ho rotto io le palle per farti fare questa modifica dei commenti, ma, come promesso, ho messo un bottoncino qui a fianco a futura memoria di quanto sei figo. ^_-

15.2.06

Season's call

Ok. Parliamone.
Ma com'è che quest'uomo qui è sempre più FIGO?
Passano gli anni (oramai *tanti* anni), io invecchio e lui NO.
Come è possibile? Voglio dire... ok il fotoritocco, ma anche all'abilità grafica c'è un limite.
Sull'impostazione del video niente di nuovo. Tutto come in Countdown o Hello: grandi primi piani da sbavo del nano gnoccolone, mentre schitarra in modo molto convinto, con qualche stacco qui e lì sulla band in ambientazioni senza un vero perché (e si va dal minimo significato della stanza con i fantasmi di Hello, alle fiamme di Countdown al pieno deserto in questo Season's Call).
La canzoncina è bellina, in vero stile haido-san. A giudicare dai due singoli, questo album, se ce ne sarà uno, avrà tutte le caratteristiche per bissare il piacevolissimo 666.
Per scaricarvi canzone e video vi consiglio l'inossidabile JPopSuki Tracker. Enjoy. ^^

14.2.06

Nuova gestione

Eccomi!
Nuova gestione. Perché?
Beh... prima di tutto per smadonnare un po' aggggratis, visto che sono due giorni che provo script per adattare questo blog sul mio (o, meglio, su uno dei miei) domini. -_-'
L'idea iniziale era di usare anche per All About Nothing il fantastico dblog che tante soddisfazioni mi da con 10 piccoli indiani. *MA* l'adattamento delle pagine asp alla grafica di questo blog (grafica che ASSOLUTAMENTE non volevo perdere) era davvero troppo sbattimento.
Naturalmente le mie brave due ore ce le ho perse tutte, provando a modificare due o tre pagine asp, ma poi mi sono arresa e ho deciso per il buon caro e vecchio blogger, che, alla fine, gestisce da anni altri tre miei blogs più una pagina di news.
I fan di WordPress mi diranno: "ma WP (appunto)?". Eh... questi 7 euro di mysql non li ho mai pagati ad aruba, ragazzi. Per nessuno dei miei 6 domini. Fatevene una ragione. Per questo ho anche adattato uno script asp-access per gestire TUTTE le mie fanlisting senza usare gli stranoti script basati su mysql-php. Rendiamoci conto.
Per non pagare 7 euro mi sono sparata ore di codice per far funzionare tutto senza mysql. Scema eh?
Tornando al trasloco... perché?
Perché su splinder le pubblicità stavano diventando troppo importanti, soprattutto nei commenti.
Perché NON ESISTE che per cambiare una cazzo di icona posso usare solo il tag utente (avendo quello del titolo impegnato) e così, ogni volta, devo loggarmi con un nome diverso. Qui ho escogitato un sistema farlocco ma funzionale per utilizzare tutte le icone che voglio, tenendomi sempre lo stesso login (per la cronaca: uso il tag link).
Perché mi da fastidio non potere vedere salvato ciò che scrivo a mano a mano che lo scrivo e perché voglio avere la possibilità di salvare anche i commenti.
Lo so. Sono una fanatica del backup. E SO che c'è chi mi può capire.
Ecco, i commenti sono un po' la croce e delizia di questa nuova gestione.
Ho trovato uno scriptino asp per averli su un db access e poterli quindi salvare. Però, il cambio di gestione, mi porta a perdere i 1802 commenti che avevo ricevuto su splinder. E questo non è bello. Inoltre questo script non prevede la visualizzazione del numero dei commenti a fine post (anche se c'è una utilissima pagina dove vengono aggiornati i commenti più recenti, che mi permette di monitorare meglio quando ne ricevo uno) cosìcché, non sapendolo, sembra sempre che non ci siano stati commenti al post, solo perché manca l'abituale numerillo. Questo, però, è un problema che vorrei (e dovrei poter) risolvere cercando di fare qualche sminchiata con l'asp. Vedremo. Se lo fate voi per farmi vedere quanto siete fighi, fate un fischio. Io vi dirò per sempre che siete fighi, voi sarete contenti e io non mi sarò sbattuta affatto.
Attualmente non funzia neanche la pagina dei feed, ma spero di metterla a posto per stasera.
Grazie a tutti per avermi seguita qui e ricordate di aggiornare i vostri links!
^^

valentine


Buon San Valentino a tutti! ^^ Se volete la versione grande di questo banner, la trovate qui.

11.2.06

Il problema della tavoletta del cesso

Grazie alla segnalazione di gattostanco, trovo e ripubblico questo brillante ed illuminante trattato sul "Problema della tavoletta del cesso" apparso sull'ultimo numero de The Science Creative Quarterly. L'articolo è un po' lungo, ma vale assolutamente la pena di essere letto.

Lo dedico, con tutto il mio cuoricino nero, a DonnieD, facendogli tuttavia notare che l'autore si posiziona nella categoria designata comunemente come uomo.



A GAME THEORETIC APPROACH TO THE TOILET SEAT PROBLEM
By Richard Harter

The toilet seat problem has been the subject of much controversey. In this paper we consider a simplified model of the toilet seat problem. We shall show that for this model there is an inherent conflict of interest which can be resolved by a equity solution.
Consider a bathroom with one omnipurpose toilet (also known as a WC) which is used for two toilet operations which we shall designate as #1 and #2. The toilet has an attachment which we shall refer to as the seat (but see remark 1 below) which may be in either of two positions which we shall designate as up and down.
Toilet operations are performed by members of the human species (see remark 2 below) who fall into two categories, popularly designated as male and female. For convenience we shall use the name John to refer to the typical male and Marsha to refer to the typical female.
The performance of toilet operations by John and Marsha differ in a number of respects. The costs of these operations are peculiar to the respective sexes and are fixed except with respect to the position of the toilet seat. In particular: Marsha performs toilet operations #1 and #2 with the seat in the down position. John performs toilet operation #1 with the seat in the up position and toilet operation #2 with the seat in the down position. If the seat is in the wrong position before performing the toilet operation the position must be changed at an average cost C. Optionally the position may be changed after performing the toilet operation, also at an average cost C. (Changing the position of the seat during the performance of a toilet operation is beyond the scope of this note and is definitely not recommended.)
Consider the scenario where John and Marsha each use a separate toilet. It should be obvious to the most casual observer that each minimizes the seat position transfer cost by not altering the seat position after performing a toilet operation.
For Marsha the seat position transfer cost is 0 since all operations are performed with the seat in the down position. For John the cost is greater than 0 since seat position transfers must be performed.
Let p be the probability that John will perform a #1 operation vs a #2 operation. Assume that John optimizes his seat position transfer cost (see remark 3 below.) Then it is easy to determine that John’s average cost of seat position transfer per toilet opeation is
B = 2p(1-p)C
where B is the bachelor cost of toilet seat position transfers per toilet operation.
Now let us consider the scenario where John and Marsha cohabit and both use the same toilet.
In our analysis we shall assume that John and Marsha perform toilet operations with the same frequency (see remark 4 below) and that the order in which they perform them is random. They discover to their mutual displeasure that their cohabitation adversely alters the toilet seat position transfer cost function for each of them. What is more there is an inherent conflict of interest. Attempts to resolve the problem typically revolve around two strategies which we shall designate as J and M:
Strategy J
Each person retains the default strategy that they used before cohabiting. This strategy is proposed by John with the argument “Why does it matter if the seat is up or down?”. As we see below this strategy benefits John.
Strategy M
Each person leaves the seat down. This strategy is proposed by Marsha with the argument “It ought to be down.” As we see below this strategy benefits Marsha.
Consequences of strategy J:
Under strategy J the toilet seat is is in the up position with probability p/2. The respective average cost of toilet seat transfer operations for John and Marsha are:
John: p(3/2-p)C
Marsha: pC/2
The incremental costs (difference between pre and post habitation costs) are:
John: ( p - 1/2)pC
Marsha: pC/2
Total: (p^2)C
John’s incremental cost would actually be negative if p were less than 1/2. This is not the case; p>1/2. Note that Marsha’s incremental cost is greater than John’s for p<1.>
Consequences of strategy M:
In strategy M the seat is always left down. When John performs operation #1 he lifts the seat before the operation and lowers it after the operation. The respective average cost of toilet seat transfer operations is:
John: 2pC
Marsha: 0
The incremental costs are:
John: 2(p^2)C
Marsha: 0
Total: 2(p^2)C
In these strategy Marsha bears no cost; all of the incremental costs are borne by John. John objects. Note also that the combined incremental cost of strategy M is greater than that of strategy J. It is notable that John and Marsha each advocates a strategy that benefits them. This is predictable under game theory. However the conflict over strategies has a cost M in marital discord that is greater than the cumulative cost of toilet seat transfers. It behooves John and Marsha, therefore, to adopt a strategy that minimizes M.
This is not simple. A common reaction is to advance sundry arguments to justify adopting strategy M or J. All such arguments are suspect because they are self serving (and often accompanied with the “If you loved me” ploy.) A sound strategy is one that is equitable and is seen to be equitable. In this regard there are three candidate criteria:
(1) Minimize the joint total cost
(2) Equalize the respective total costs
(3) Equalize the respective incremental costs
The argument for (1) is that John and Marsha are now as one and it is the joint costs and benefits of the union that should be considered. This principle is not universally accepted. It is readily seen that (see remark 5) that the joint total cost is optimized by strategy J which has already been seen to be suspect.
Criterion (2) seems plausible. It requires, however, that Marsha put the seat in the up position after performing a toilet operation some percentage of the time. No instance of this behaviour has ever been observed in recorded history; ergo this criterion can be ruled out. (But see remark 6.)
Criterion (3) argues that the mututal increased cost of toilet seat operations should be shared equitably, i.e., neither party should bear a disproportionate share of the costs of cohabitation. A short calculation reveals that criterion (3) can be achieved if John leaves the seat up after performing toilet operation #1 with a frequency f = (2p-1)/p Since the value of p is seldom precisely measured and is variable in any event it suffices to use an approximate value of f. If we assume that p=2/3 then f=1/2.
This suggests the following convenient rule of thumb:
In the morning John leaves the seat up after performing #1.
In the evening he puts it down.
This rule may not be precise but it is simple and approximately equitable; moreover the use of a definite rule sets expectations. The seat is put down in the evening to avoid the notorious “middle of the night surprise”.
I expect that this analysis should settle the toilet seat controversey for once and for all - if John and Marsha are mathematicians.

* * *
Remark 1: The toilet has an additional attachment called the toilet seat lid which can only be down if the toilet seat is down. When the lid is down the toilet is (or should be) non-functional for toilet operations. Some persons maintain the toilet seat lid in the down position when the toilet is not use. For these persons the analysis in this note is moot. Such persons pay a fixed cost in seat movement for all toilet operations.
Remark 2: Toilets are also used by domestic animals as a convenient source of drinking water unless the lid is down. (See remark 1)
Remark 3: Experimental evidence suggests that almost all bachelors optimize the seat transfer cost, the exception being those who put the seat up after performing a #2 operation.
Remark 4: Folklore has it that Marsha performs more toilet operations than John, hypothetically because of a smaller bladder. John, however, drinks more beer. We shall not discuss his prostate problem.
Remark 5: “Readily seen” in this context means “It looks obvious but I don’t know how to prove it; you figure it out.”
Remark 6: The toilet lid solution is to put the toilet lid down after all toilet operations. This solution imposes a cost of 2C on each party and is accordingly more expensive. It is, however, more esthetic. It also eliminates the “doggy drinking” problem.

* * *
Richard Harter is an eclectic auto-didact, a man of letters and software. By turns a mathematician, a software maven, and an entrepeneur, he has retired to the wilds where he tends his garden and his web site. He has a keen interest in science, the philosophy of science, and science fiction, and professes to have the wit not to confuse the three.

5.2.06

10 piccoli indiani

Ecco.
10 Piccoli Indiani.
(E non ne rimase nessuno).

Un nuovo blog su una piattaforma che sembra essere di una completezza stupefacente.
Un blog dove postare tutte le mie creazioni grafiche, grandi e piccole, quelle per lo più inutili e le pochissime utili.
L'ennesimo blog dal layout grigio.

3.2.06

Ma... esattamente... tu...

-Pappu, ma tu esattamente, cosa fai all'università?
-Beh... per esempio, oggi, indossando dei guanti arancioni per lavare i piatti, ho farcito con della lana urticante alcuni ciambelloni gialli, poi ho fatto un mucchio di granita da mettere in un gigantesco thermos...
-Ah.
-E poi, ogni tanto, stringo dei tubi, alzo ed abbasso delle levette nere, uso TANTISSIMO SCOTCH di mille forme e colori (ho quello marrone, quello argentato e anche uno grigio, che però non ho ancora capito esattamente a cosa serve) ed interi rocchetti di un cosino bianco, morbido e setoso. Poi prendo a mazzate un robo dalla cima di una scala, faccio dei cioccolatini di resina e cospargo di colla verde un po' tutto...
-Chiaro.
(^_^)
-...
(^_^)
-Ma ti diverti?
-Moltissimo!
\(^_^)/

(Questo post è dedicato a Sebastian, che ci manca -a me e, soprattutto, a Steve- molto moltissimo, soprattutto quando cercava di scassinare la macchina per le merendine e quando costruiva cerbottane giganti con i tubi di rame, e che adesso è, finalmente, andato a fare un lavoro serio).