27.9.07

Things happen

La nuova stagione degli show americani è iniziata da soli quattro giorni e io sono già riuscita ad "incastrarmi" (anche se sarebbe più corretto dire "farmi incastrare", vero Michele?) in un progetto di pseudo-recap quotidiani che copra tutto il panorama televisivo.
Neanche a dirlo, da domani la vostra Pappu prefertita (sempre perché l'unica) si occuperà di Smallville: il telefilm del ciddone alieno vince di una lunghezza su tutti i possibili rivali in quanto a cialtroneria intrinseca. Almeno io, mi divertirò molto.
Comunque.
Ieri, per allenarsi e anche perché, ammettiamolo, dormire è sempre piuttosto complicato, la suddetta Pappu si è dilettata a scrivere questo post relativo alla prima puntata della nuova stagione di House, puntata della quale, peraltro, non sa neanche il titolo, visto che ha chiuso gli occhi durante tutta la sigla iniziale per non avere nessun casting spoiler.
(E cosa che prevede di fare anche per *tutti* i prossimi episodi).
Leggete AVREP (-> "a vostro rischio e pericolo").

[Seguono quindi spoiler per House 4x01]

Apertura di stagione, per così dire, frizzante.
Con la regia che forse risente un po' troppo dell'effetto telecamera su una barchetta alla FNL ma che, e il mio mal di mare ringrazia, si limita solo alla prima sequenza, un palazzo crolla sulla testa di una sventurata tizia che altra colpa non aveva se non quella di avere finto di amare Star Wars per quieto vivere di coppia. Grave, ammettiamolo, visto che in questione c'era la versione dove Han spara per primo a Greedo. Quella VERA, insomma.
Ehm... dicevo.
House, interrotto dalla Cuddy in una performance di chitarra elettrica alla Van Halen -naturalmente nel suo studio-, si lascia convincere nel diagnosticare la tramortita anche se, ricordiamolo ai più, si trova, dalla fine della scorsa stagione, ad non avere più un team con il quale fare la sua ormai celebre diagnosi differenziale (perché Qui Quo e Qua si erano licenziati in botto).
Se c'è una cosa bella nelle serie americane è quando il fanon lo riprendono gli autori stessi (e quindi diventa vero canon).
Come il profumo di torta della nonna, il sapore della crema alla vaniglia della zia Lucia, certe cose, semplicemente, si conoscono.
E chi frequenta lj o vive nelle community legate ad House ha due punti fermi: 1) Wilson ama House (anche nella sua versione orsetto) 2) Il giorno che sarà lupus per davvero tutti quanti moriranno perché è giunta la fine del mondo.
Voi capirete quindi perché al minuto 5 e 34 secondi sono stata 15 minuti di orologio a ridere come una cogliona nel silenzio di casa mia, volendo molto molto ma molto bene agli sceneggiatori, quando l'omino delle pulizie, fermato da House per una farlocchissima diagnosi differenziale, esclama "...o forse [può essere] lupus!". Faccia di House I M P A G A B I L E. Grazie zio Hugh.
Due minuti dopo, per il sopraccitato punto fermo #1, Wilsonbear finisce per seguire House nell'effrazione della casa della mezza morta, convito di essere stato invitato ad un -romantico- pranzo. E mentre osserva il Greg tentare di scassinare la porta, commenta con sarcasmo "sono certo che tutto sembrerebbe più facile su youtube".
Sette minuti e mezzo e già ci avete citato Star Wars, le battute ricorrenti del fandom di lj e youtube.
I geek di tutto il mondo ringraziano sentitamente.
E mentre l'omino delle pulizie in perfetto camice bianco non ci fa rimpiangere né Quo "noia mortale" Foreman né tantomeno Qua "gatta morta" Cameron, ma, al massimo i capelli sbliksblink di Qui (neanche a dire di chi io stia parlando), Wilsonbear cerca di attirare l'attenzione di House con modalità devastantemente imbarazzanti (ma, diciamocelo, schifosamente pucciose) regalandoci tanti meravigliosi momenti Casa Vianello (tra i quali il fatto che Wilsonbear vede telenovele da titoli eloquenti come "Il fuoco dell'amore". In lingua originale. MA *L O V E*).
Ah sì. Il caso della settimana.
La quasi frittella, verificato il suo stato di depressa cronica, di mezza alcolizzata e di persona sotto pillola anticoncezionale dopo essere ricorsa recentemente ad un aborto, pare irriconoscibile nel ricordo immacolato del suo povero nerd-fidanzato. E, in effetti, il punto sta proprio qui: dopo essere diventata un pancake è stata erroneamente scambiata per la sua compagna di scrivania.
Cose che succedono.

23.9.07

Facce da dorama

Metti una domenica.
Metti un gruppo di doramiste incallite.
Metti un parco ed un ristorante koreano.
Ed ecco il risultato.

[Facce da dorama]

17.9.07

Message to Didio

I'm a huge fan of Oliver Queen and everyone knows it.
I think with his various bits of character development and growth, he is, by far, the most interesting character in DC's entire roster.
But i don't read only GA. I buy also JLA, Teen Titans, Outsiders, Green Lantern... In the last 5 months I spent almost 800 euros in comics.
That said, and I really and truly mean this (I hope you're reading this message, Mr. Didio), if they kill Oliver, I will never buy or read another DC title ever again. This is up to and including any and all DC graphic novels.

I know one reader really doesn't mean anything when you're considering the rest of the reader base, but I sincerely doubt that there are no others that share my opinion on this.

*DO NOT KILL OLIVER*
(TWICE IS DEFINITELY TOO MANY)

[liberamente tratto da un messaggio di razieldumas su un forum DC]

11.9.07

World Tour 4.4

Ho scritto molto nei giorni in cui ero a Pechino.
Sempre nel rispetto dell'inutilità di questo blog, voglio postarvi qualche piccolo brandello preso dal mio moleskine.
A questi racconti va aggiunta la nota dei 15 chili di roba (ne avevo 17 in eccedenza) buttata in aeroporto, quella della Pappu che, per tenersi due libri in più, sale sull'aereo con due magliette, due maglioni e una felpa allacciata in vita ed infine quella delle molto molto MOLTO contente signore delle pulizie.

17 agosto 2007 - Milano, Malpensa
Stanotte ho provato a dormire dall'1 all'1 e 45.
Quindi ho deciso di alzarmi e vedere "Angel".
Poi "Dark Angel".
Infine ho letto un TPB della JLA rinunciando definitivamente a dormire.
Conclusione?
Sono a Malpensa con 4 ore di anticipo con il sole che non è o non sembra ancora essere sorto, aspetto che apra un caffé, scrivo, ascolto la fantastica playlist jappo-sino-koreana fatta per me da Elly e Jibba e osservo un viaggiatore che si è messo a dormire sopra il materasso morbidoso dell'area giochini di MacDonald's, vicino alle palline colorate. UN GENIO.
Ne mettessero uno simile a Luton, finirebbe che andremmo a molte più Conventions, dormendo finalmente su qualcosa di diverso dal duro pavimento dell'areoporto. [1]
A sentire le richieste delle persone che conosco, dovrei portare a casa 5 o 6 effezì nello zaino come souvenirs.
Ma quelli, andranno dichiarati?

20 agosto 2007 - Beijing, Oriental Plaza
Ho fatto una esperienza incredibile: sono entrata in una food court alla cinese.
Ammetto di non avere avuto il coraggio di fotografare quello che i pechinesi si scofanano nella pausa pranzo: una roba impressionante.
Tipo sidelli di verdura e carne stufata di dimensioni di una wok. NON ESAGERO.
E per 80 centesimi ci si porta via un secchiello di zuppa e noodles.
Comincio ad avere seriamente paura della "cena di gala" di sabato. [2]

20 agosto 2007 - Beijing, Starbucks
Ho compiuto il mio esperimento culturale riguardo la globalizzazione imperante: sono da Starbucks.
Dove scopro, nell'ordine: che la furniture è esattamente la casual-radical-chic di sempre; che qui esiste anche il "green tea fappuccino" giusto per per parlare di "differenziazione del prodotto in base al Paese di vendita"; che il mio latte macchiato freddo al caramello da venti è più piccolo rispetto Canada o Parigi, ma che costa sempre i suoi buoni 3 euro e 50.
Tanto, per me. UNO SPROPOSITO, per la Cina.
Confronti: da MacDonald's un menu grande lo portiamo via per 2 euro e 40.
Un pranzo da 3 portate, in un ristorantino del centro, circa 2 euro.
Quindi pagare un frappuccino 3 euro e 50 qui a Pechino, sarebbe come da noi pagalo 20 euro.
E quindi? Starbucks deserto?
Assolutamente no.
Clientela cinese dell'alta borghesia (un paio di uomini d'affari, delle signore appena uscite dalla manicure e due ragazzi in rollerblades) che si danno un tono gustando il loro macchiatone chiacchierando sulle morbide poltrone inglesi davanti al finto caminetto.
Ascoltando jazz.
E poi dicono a me che sono strana perché ascolto Cpop...

20 agosto 2007 - Beijing, Albergo
Cina. Camminare per 10 chilometri, sapendo che poi, una volta giunti in albergo, ci si potrà riposare guardando sdolcinati drama.
**IN TV**.
Ed eccomi, sdraiata sul lettone, in attesa che cominci qualche gustosa puntata angst.
Solo che sullo schermo compare... WALTERONE NUDO.

Double-check.

E' proprio lui.
DOPPIATO IN CINESE.
Seppur tramortita dallo shock, ho la forza d'animo di prendere il cellulare per averne LE PROVE e non pensare, un giorno, di essere semplicemente finita nell'universo del mai esistito. [3]
Ora, per par condicio, ESIGO di avere a breve ZaiZai che parla con spiccato accento romano.

21 agosto 2007 - Beijing, Albergo
Come si finisce a visitare assolutamente DA SOLI uno dei luoghi più turistici della terra?
Semplice.
Appena arrivati (alle 16, tardi, causa conferenza) si prende a noleggio un pedalò con la capottina rossa -che fa tanto cinese-, giusto per fare dal lago qualche foto del Palazzo d'Estate. Si pedala così senza sosta per una buona oretta e mezza, tanto che il sole comincia a tramontare. Quindi, riportato il magico mezzo sul quale si è sudato come in una nota palestra di via Meravigli, si chiede alla sciùra dei pedalò a che ora chiude il tutto. Lei candidamente risponde che, sebbene il parco chiuda alle 17, non sbattono fuori nessuno neanche a sole tramontato (19.30).
Alle cinque e mezza lago e palazzi sono DESERTI.
E ci si può godere chilometri quadrati di parco e colline, in sola compagnia di... un'intera squadra di militari 18enni che fanno jogging in maglietta e pantaloncini corti.
E si fotta il Lucano.

22 agosto 2007 - Beijing, Centro Congressi
Plenaria della conferenza.
Quasi 3000 persone in un salone davvero gigantesco.
Io, in perfetto jersey nero con contrasto FUXIA, trucco e braccialetti FUXIA.
Voi dite ma questo cccchecccccentra?
Beh. C'entra nel momento in cui in questa sala enorme sono presenti quasi tutti uomini.
In giacca e cravatta nero-grigio.
.
E voi state scrivendo su un moleskine FUXIA.
Con la figurina di un BONAZZO appiccicata sopra. [4]

[...]

Andando a mangiare, due americani che stanno in coda dietro di me, discutono sul fatto che, nella progettazione degli spazi architettonici, non si tenga sufficientemente conto della fluidodinamica: le persone, come le particelle, creano insasamenti nel momento in cui devono passare porte strette o corridoi e turbolenze in prossimità di tali porte o degli spigoli. Accellerano tutte insieme e poi rallentano. E hanno una loro viscosità.
.
A volte siamo proprio dei nerd.

26 agosto 2007 - Beijing, Locale con musica dal vivo
Ok.
Non ditemi che non c'ho provato.
Come promesso a Zan, ho tentato di andare nel locale pechinese che sforna una grossa fetta della controcultura indi-rock cinese.
Dato che la mia Rough diceva che il bar si stava spostando (nel 2005), chiedo alla mica-tanto-simpatica signorina dell'albergo se può farmi un chiamo per conferma. Risposta? "Mi spiace, ma quel numero non lo possiamo fare".
Manco le avessi chiesto di chiamare in Cina.
.
?
.
Insomma. Era un numero nomale di Pechino, uffi.
Anyway, decido di provare lo stesso andandoci in taxi. Male che vada, penso, posso sempre tornare indietro subito.
Niente.
Il taxista vede l'indirizzo e mi dice "smonta". Il che, ve lo garantisco, è abbastanza umiliante.
Ma la Pappu non molla e decide di farsi i 4 chilometri che la separano dal Lucky bar a piedazzi.
Passando in un quartiere pieno zeppo di locali, trovo un taxista che ha appena accompagnato lì la figlia e sta per prendere servizio. Gli chiedo se può portarmi dove dico e, grazie alla mediazione della ragazza, accetta.
Solo che del locale il mirabolante inglese che ha scritto la mia guida non specifica esattamente il numero civico, ma dice soltanto che "lo troverò facilmente grazie all'enorme insegna al neon".
Sì.
Peccato che qui TUTTI i fottuti locali abbiano "un'enorme insegna al neon".
Gli sparerei.
COMUNQUE. Il taxista mi lascia all'inizio della landa desolatissima che è la via da me indicatagli.
Comincio a vagare in cerca di forme di vita più o meno senzienti e trovo un host -bonazzo- di un locale, al quale chiedo se sa dove posso trovare "una specie di bar dove fanno musica dal vivo".
La pover'anima -e bonazzo- mi indica un percorso in una vietta che mi conduce, effettivamente, in un posto fighissimo: un porticato che si affaccia su un fiume pieno zeppo di bar e locali.
Li giro tutti, senza, naturalmente, neanche l'ombra del super-alterna che cerco io.
Così chiedo ad paio di gentili parcheggiatori che fanno un grande prodigarsi per spiegarmi che il posto che cerco non è lì dove sono io. Ma la mia intuizione, incrementata dalla necessità di comunicazione (ricordo che in questa città tutti parlano SOLO cinese e anche parole banali come "yes" o "no" sono assolutamente prive di significato), non mi permette di capire se il posto non è lì (perché è più avanti nella via, come lui mi indica) o non è più lì (ma era lì avanti nella via, una volta).
Morale della favola: la via è lunga quasi tre chilometri e cominciano ad essere già le 23. Decido così di rinuciare ed entrare in un altro locale con musica dal vivo.
-_-'
Pop.
Mi spiace Zan.

Inoltre.
Mentre il duo di cantanti bravi ma bruttini mi delizia con questo pop di prima qualità, osservo che tutti i camerieri sono invece intenti a guardare con estremo interesse qualcosa in televisione.
Così cerco di sbirciare.
E nello schermo vedo con orrore... la partita della prima di campionato dell'INTER.
-_-'
In rigorosa diretta. [5]

27 agosto 2007 - Beijing, Ristorantino
Avete mai mangiato una braciola di maiale con le bacchette?
Ecco.
Io sì.

28 agosto 2007 - Beijing, Tiantan
Coppia di bambine escludono il fratello più piccolo, mentre giocano a volano.
Lui si accovaccia, quindi, in un cantuccio e comincia a bofonchiare "e tanto a me non importa e io mi metto qui e sto bene e bubu" con la cadenza ESATTA di un bambino dei Grigioni. [6]
In cinese, naturalmente.
Non ce n'é.
I bambini sono un'entità internazionale.

29 agosto 2007 - Beijing, Taxi per l'aeroporto
One World. One Dream.
E fanno tenerezza.
Le pubblicità progresso sull'aprire le porte.
I cartelloni nei parchi che stabiliscono cosa significhi veramente essere civilized e come adeguarsi.
La mobilitazione nazionale e l'orgoglio.
Le selezioni per diventare "volontario olimpico", con test ed esami che neanche per entrare alla NASA.
Ma essere civilizzati significa essere come tutti gli altri?
Essere come gli occidentali?
Essere AMERICANI?
Proprio loro, i cinesi, che sono così UNICI proprio perché sono DIVERSI.
One world. One dream.
E così, mentre mi porta all'aeroporto per tornare nel mio mondo tanto civilized, il mio taxista ascolta la trasmissione radiofonica speciale delle 6 di mattina.
E, a bassissima voce, quasi per non disturbare, ripete con grandissimo sforzo.
"You're welcome".


[1] (c)2007 by Morry, a Londra in una notte per vedere "Wicked".
[2] La cena di gala di sabato aveva, in effetti, 21 portate.
[3] Qui un pessimo filmato con le prove. Non l'ho neanche convertito in avi, perché è giusto una testimonianza. Si dovrebbe vedere agevolmente con Quicktime.
[4] Sul mio Moleskine rosa ho attaccato un adesivo enorme di Ken. Peggio di quando ero al liceo.
[5] Per dimostrare che "io c'ero", questo è l'orrendo filmato. E se adesso volete sapere se il posto c'era stato od era solo più in là, la risposta la trovate, ahimé, qui.
[6] I Grigioni sono un quartiere della zona Lorenteggio di Milano, nei quali io sono cresciuta.