7.3.07

Sul perché Theodore Laurence non sposerà mai Josephine March

Innanzi tutto vediamo di chiarire una cosa.

Laurie è quello figo. Quello ricco. E pure quello simpatico, comprensivo, brillante.
La finisca chi se ne esce dicendo che è bello sapere che, alla fine, i professori tedeschi battono i Laurie 1 a 0.
Pur utile a non correre in bagno a tagliarsi le vene, questa rimane, comunque, una cazzata.
Il professore tedesco è brutto, povero e, ammettiamolo, pure un po' sfigato.
Che poi il professore tedesco sia gentile (e tanto tanto intelligente) è fuori discussione.
Ma io non lo so mica se è tanto di consolazione.
Senza considerare che, a volere vedere le cose come stanno, il professore tedesco, nella mia fottuta Milano da bere, non mirerebbe alle Amy forse solo perché le penserebbe fuori dalla sua portata. Mica una vera convinzione, eh. Altrimenti altroché se sarebbe gentile (e tanto tanto intelligente) anche con loro.
Quindi saltiamo a pié pari la questione professore tedesco. Ché altrimenti, con questa unica allettante prospettiva all'orizzonte, in bagno a tagliarmi le vene ci vado davvero.

Laurie è il miglior partito sulla piazza. Nessuna questione.
A meno di non volere escludere l'incesto, la gerontofilia o la scelta di un Ken nordista dall'eloquio fluido come le sue articolazioni.
Laurie porta Jo in campeggio, è un avversario a scacchi, finisce le storie che lei ha iniziato.
Si traveste senza obiezioni quando ci sono da mettere in scena le sue assurde rappresentazioni, corre sui prati, sa ridere e farla ridere.
Sa ascoltarla e non rompe troppo il cazzo se lei si perde le forcine per strada o urla da una parte all'altra del vialetto.
Certo: sbraitano, litigano, si incazzano di brutto.
Ma è il fratello per la vita. Il fratello che non ha mai avuto. E glielo fa pure giurare.
Per poi accorgersi (troppo tardi, mia cara, troppo tardi) che non è mica poi così tanto banale trovare tutte queste cose qui in un uomo.
Soprattutto quando poi ci si finirà per accontentare di quello gentile (e tanto tanto intelligente).

(Peraltro, inutile farsi false illusioni.
Se a questo punto state pensando "sì, ma io non sarei così babbazza e non me lo sarei lasciato scappare" c'è una noticilla per voi.
Nella vita reale, i Laurie NON si propongono a alle Jo. Neanche in trance o sotto effetto di allucinogeni pesanti.)

Dal canto suo, Laurie, è affascinato dal carisma di Jo, la sua indipendenza, la sua forza.
E' casinista, cocciuta e, nella maggior parte dei casi, rompiballe. Ma con lei può parlare di tutto: delle liti con il nonno, dei guanti di Meg in tasche indiscrete, di progetti e d'amore.
E poi Jo è divertente, balla con le pezze al culo e se ne fotte.
Ma Laurie non è propriamente un uomo fatto e finito, è un biscotto poco cotto, come direbbe qualcuno.
Deve ancora percorrere buona parte della strada che lo porterà ad essere la persona che sarà.
Jo è una certezza. Sa quello che cerca, quello che è e vuole diventare.
Una specie di uragano di neri e bianchi che scatenano azioni e reazioni in un orizzonte pieno di grigi.
Insomma.
Il forno a 180° per il biscottone.
Senza contare che, il fatto che Jo lo caghi, e neanche poco, è una bella botta alla sua autostima.

Idilliaco.

Ma ecco sbucare dal cilindro la Amy di turno.
Carina in maniera disarmante, dolcissima, educata.
Piace a mamma e papà. Dipinge, va in vacanza in Europa.
Conversa amabilmente di arte, letteratura, storia. Conosce i teatri, i vestiti alla moda e le buone maniere.
Nel testamento chiede di lasciare un suo ricciolo dorato a ciascuno dei suoi amici.
Deliziosa.

E il biscotto ormai è pronto.
Più nessun dubbio a tormentarlo.
Fatte ormai le passeggiate nel bosco a tarda notte, le follie, i balli concitati sotto le stelle.
Il timer del forno è suonato.
La parentesi di Jo è stata intensa ma di passaggio, funzionale ma non definitiva.
Ed Amy è così dannatamente perfetta.


Theodore Laurence non sposerà mai Josephine March.

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