9.6.07

Ma quindi?

Ma quindi chi si sposa le Josephine March?
Beh.

Per molti Jo è proprio l'icona di quella che rimarrà "zitella". Che adesso si dice "single" e fa figo perché c'è stato Sex and the City. Ma sempre "zitella" rimane.
Ed era anche un po' il cruccio della zia March, pover'anima. Che, in proposito, ci vedeva lontano: chi se la pigliava una così?
Una che non sa stare zitta neanche se la imbavagliano, una che se ne frega delle buone maniere, una che si mette sempre in mezzo, sempre sul ring a darle e prenderle.
Una che si taglia i capelli, la cosa più bella, preziosa e femminile che ha, pur di mandare sua madre a visitare suo padre ferito.

In un altro universo Josephine March sarebbe stata lesbica.
Certo.
Perché non accetta l'autorità imposta come legge, perché vede la parità dei sessi, perché non si fa mettere in riga da una società maschile e maschilista.
E allora? Lesbica!

Ma tutto questo mi sa di tantinello riduttivo.
In pratica se non siete delle Amy, le strade che vi rimangono sono il professore tedesco (quello gentile e tanto tanto intelligente), morire come solissime zitelle (magari con qualche gatto, se vi va di culo) o essere lesbiche (perché così l'idea che il mondo ha di voi può essere inquadrata e loro sono tutti più tranquilli).

Ma è davvero solo così?

Ok. Laurie l'abbiamo escluso.
Ma ci sarà ben qualcosa oltre, sopra, sotto, non so, di lato a queste possibilità.
Sì, sì. A parte padre, nonno Laurence e Ken nordista (che a Jo farebbe solo venire un attacco di sonno).

Insomma. Chi cazzo se la piglia questa piaga di nome Josephine March?

La risposta temo sia solo: degli uomini UOMINI.

Quelli talmente sicuri di sé che non hanno niente da temere, niente da dimostrare.
Loro SANNO.
Non si sentono minacciati nella loro mascolinità da una donna come Jo.
Non devono sfoggiare il loro machismo.
Se ne fottono di ciò che ci si aspetterebbe "da un uomo".
Perché loro lo SONO.

E sono pronti a lottare, sanguinare. E convincere.
Trovare soluzioni, superare i giorni neri, raccogliere i cocci.
Prendersi in giro, ridere, sedurre.

Lasciarsi sopraffare dalla tempesta, rimanendo a galla.
Perdere la pazienza. Ed averne più di quanta pensereste possibile.

Sono uomini che amano le sfide.
Che non hanno paura.

Perché non ne hanno di perdere.

Certo, lei è una bella rottura di coglioni.
Ma cazzo se sanno che ne vale la pena.

Ottimo.
Ora il problema è.
Esistono uomini così?

A parte Oliver Queen e Denys Finch Hutton.
Intendo.

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