10.4.07

Dico o non dico?

Rapita dalla bellezza dell'uomo, sono finita per lasciarmi affascinare dall'eroe.
E, all'ormai veneranda età di 31 anni, mi scopro, tra le centinaia (sì centinaia) di supereroi dei comics, a sceglierne uno come preferito.
Così.
A caso.

Ma, come direbbe Jethro Gibbs, le coincidenze non esistono.
E la mia frociarolità va molto, molto al di là della casualità.

Sorvolando sul figlio chiacchieratamente gay (!) e sulla figlia adottiva sieropositiva (!), Green Arrow "vive avventure dal marcato carattere sociale nelle quali acquisisce una personalità decisamente progressista che contrasta con il più tradizionale conservatorismo dei suoi colleghi.
Temi tabù per i comics, come le droghe, il razzismo o la povertà, divengono oggetto di analisi e dibattito." [1]

Nel corso degli anni, Oliver Queen, aprirà case per i senzatetto, si batterà in difesa della classe operaia, si schiererà dalla parte delle minoranze.
[Senza avere neanche un superpotere piccino picciò, peraltro. Solo tanti soldi e fighissimi gadgets.]

No. Non credo nel caso.
Anche perché questa che vi posto qui è la -memorabile- pagina del #61, saltato nelle mie manine proprio oggi.

Così ve lo DICO.


[1] Koldo Azpitarte - introduzione alla collana "Freccia Verde Speciale" edita in Italia da Planeta DeAgostini.

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