11.7.08

Qui non siamo mica a Dubai

E poi, in 4 ore e mezza, chiudi gli occhi e sei a Roma.

Quella che tutti i turisti del mondo sognano.
Quella che ammirano, fotografano, studiano.
E magari fanno anche 9700 chilometri per vedere.

Tu, chiudi gli occhi e poi.
Sei lì.

Dove i sassi hanno visto gli imperi, dove le scalinate sono consumate dal passaggio di ere.
Dove ad un incrocio trovi anche 6 orologi.
Ma segnano TUTTI un'ora diversa. E nessuno quella esatta.
Dove l'aperitivo è zucchero colorato. Ma non importa. Perché la stima non è mai virtuale.
Dove ti può capitare pure di prendere un autobus "340" o "319".
Ma no. Non è che ci siano tanti mezzi. Ma tante LINEE.
E così finisci per aspettare 1 ora e 35 minuti il giro -unico- del "360", circondata dall'arzilla gioventù del quartiere delle ambasciate: tre ultraottantenni vestiti di tutto punto con 35 gradi all'ombra, che sembrano appena sbucati dalla banca di Mary Poppins.
Sei lì, dove i controviali hanno un senso solo, cosicché uno dei due finisce per essere contromano e dove tutti suonano il clacson, come avevi visto fare solo nei film degli anni '60.
Dove il traffico è caotico, ma indolente.
Dove le eleganti case borghesi sovrastano viali di oleandri fioriti.
Dove dietro di te senti esclamare "Insomma, Alice, qui non siamo mica a Dubai!".
E poi ti volti, con già negli occhi scolpita l'immagine di una mamma scura e di una bambina corvina, e invece ti ritrovi davanti la bimba più bionda che la tua mente ricordi.
Chiamatela pure globalizzazione.
Dove le persone sono bellissime (ma forse questo non soltanto qui). E puoi stare anche 5 ore a parlare e parlare e parlare, sul marmo bianco di una fontana, se quattro tizi taiwanesi ti hanno dato la possibilità di conoscere una persona straordinaria (anche se poi spendi 200 euro in giro per tutte le librerie della città). Che ti regala pure il Cyrano.
Dove le parole sono tutte tronche. Un italiano per pigri.
Dove americani, spagnoli, russi e cinesi rimbalzano come le palline impazzite di un flipper rumoroso, mentre guardano questa città eterna con il naso per aria e un sorriso ebete e felice stampato in faccia.
Dove sali e poi scendi e poi risali ancora. E tu, che sono 30 anni che vivi in una città PIATTA, ti stupusci ogni volta.
Lì, dove ovunque ti volti c'è un parco, un giardino, una fontana.
Dove i pini marittimi della via salaria si fondono con le palme dei viali.

E non ci puoi credere che anche la tua si possa chiamare.
Italia.

[Roma, Italia]

6 comments:

Anonymous said...

i love you, anche se fossimo a Dubai.

Lady Caos said...

Non sono di Roma, ma diciamo che sono un pelo più vicina (circa tre ore col treno) e ci vado spesso... ma descritta da te sembra ancora più bella <3.
(alla cosa che gente ci si fa ore di aereo per venire quando noi l'abbiamo così vicina ogni tanto ci penso pure io.)

PS L'italiano per pigri lo parliamo anche nelle Marche, oh yes (tant'è vero che quando andiamo fuori spesso ci chiedono se siamo romani XD).

urdessa said...

Eh,tu sì che capisci il mio sentimento per questa città meravigliosa ♥ Non serve andare dall'altra parte del mondo a volte...
E le foto, come al solito, mi commuovono ;_;

iDG said...

Anche a me Roma piace tanto!!!

(Groningen, invece, non mi piaceva un gran che... Però ora sono tornato...)

.iDG.

Anonymous said...

L'italiano per pigri lo parlo anche io, a volte. XD
Bella Roma, ne?
Se non fosse per l'efficienza dei mezzi pubblici... XD

PS. Ma hai fotograto il vicoletto per cui fa finta di passare anche Jun in Bambino o è una mia allucinazione ottica? XD
Zan

Misato-san said...

uh la Simo nelle tue foto XDDD

Romaaaaaa I miss you ;_;

Mancano foto del Panzirone, insomma quello e' posto d'obbligo dove passare (subito dopo aver visto Bambino! son passata apposta da Piazza Navona a controllare il ristorante XD ho scoperto che c'e' pure un Baccanale in zona XD)